Inserted into the KEO project: http://www.keo.org Fri Oct 18 17:29:46 CEST 2002 =================================================================== Indubbiamente il progetto suona ambizioso ... Cinquantamila anni nel futuro suonano come un periodo di tempo nel quale perfino l'homo sapiens sapiens potrebbe subire i corsi e ricorsi dell'evoluzione. Personalmente non ritengo che questo sara' il nostro futuro. Per questo motivo mi sono preso il tempo necessario ad inserire questo messaggio nella "memoria" di KEOS. Se quello che ho in mente si realizzera' anche solo parzialmente, la lingua nella quale scrivo dovrebbe essere totalmente irrilevante. Il futuro viene quasi sempre descritto come una proiezione del presente: sono un lettore di science fiction fin dalla tenera eta' e credo di averne qualche esperienza. Raramente accade che nuovi paradigmi vengano inseriti nelle estrapolazioni che conducono ad una possibile comprensione degli eventi futuri. E' quindi molto probabile che se questo messaggio verra' mai letto dai nostri discendenti, difficilmente essi saranno in grado di comprendere a fondo le nostre motivazioni, emozioni o desideri. L'evoluzione, per la specie umana, e' da considerare ormai un retaggio del passato. La specie umana si trova oggi ad attraversare il confine che la portera' definitivamente aldila' della selezione delle specie. La stessa "storia", come e' comunemente intesa, e' vicina al suo termine. Al tempo in cui questo messaggio dovrebbe essere letto, tra 50.000 anni, mi aspetto che dell'homo sapiens sapiens rimanga solo il "ricordo", sotto forma di registrazioni codificate. E' un periodo di tempo sufficientemente lungo, sulla scala dell'evoluzione auto controllata, da permettere ai nostri discendenti di passare dal controllo della loro forma biologica al trasferimento della loro consapevolezza in oggetti massivi. Probabilmente le mie previsioni sono addirittura pessimistiche: fra cinquantamila anni potrebbe gia' essere iniziata la fase che portera' ad una modifica sostanziale della stessa struttura del multiverso. Viceversa, la specie umana si sara' probabilmente estinta da lungo tempo e questo messaggio potrebbe eventualmente essere letto, fra qualche eone, da chi ci avra' sostituito nel compito di computare la complessita'. In ogni caso mi aspetto che chi leggera' avra' ormai in comune con l'homo sapiens sapiens solo la capacita' di essere autoconsapevole e si sara' addossato il compito e la responsabilita' di modificare il multiverso in modo che possa procedere verso il Punto Omega. Anche se ricordassero la nostra specie come capostipite ancestrale, difficilmente le informazioni che codificheranno la loro struttura fisica potranno avere molto in comune con le nostre: lo stesso DNA sara' stato definitivamente accantonato come metodo per codificare i replicatori. Non sarete quindi, in ogni caso, nostri "discendenti", nei termini che oggi assegnamo a questa parola. Al massimo potremmo considerarvi i "prosecutori" della nostra opera. Con queste premesse non posso quindi aspettarmi che possiate condividere che pochissimi dei nostri desideri. L'unico fattore comune che mi posso aspettare possa essere compreso e' il nostro desiderio di sopravvivere. In ogni caso la necessita' di copiare e replicare il codice necessario a mantenere e incrementare il livello di complessita' del multiverso dovrebbe permeare i pensieri e l'opera dei nostri successori. A loro ed in questi termini si rivolge il mio messaggio: ricordatevi di noi. Cinquantamila anni sono probabilmente un periodo di tempo troppo breve perche' possa essere stato modificato il multiverso al punto da poter emulare la sua evoluzione fino allo stato attuale, ma, in ogni caso il mio messaggio rimane lo stesso.